Poesie
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Qui di seguito sono pubblicate tre poesie di:
Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina, inserite
nel libro "Fioretti Giubilari"
donato a Sua Santità Papa Giovanni Paolo II, in
occasione del grande Giubileo del 2000,
dall'Unione Nazionale Scrittori.
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Vorrei volare
Vorrei volare
pur senz'ali
in albe continue
di freddi
giorni invernali
ed attraversato
il mare del silenzio
posarmi nell'arena
per lasciare
la mia orma
prima del precoce
tramonto
segno della mia
presenza terrena
assurdo banale
umano desiderio.
A. Marcucci Pinoli
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(La
poesia che segue è stata anche recitata il 24 marzo
2002,
Domenica delle Palme, durante l'Angelus di Sua
Santità,
ricordando l'11 Settembre, in Mondovisione -
RAI 1).
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(La poesia che
segue è stata recitata nella Domenica delle Palme
del 2003, sempre durante l'Angelus di sua Santità,
in Mondovisione - RAI 1.)
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L'OBOLO
Quante sofferenze ed
ingiustizie
nel mondo, mio Signore!
Ogni volta che la mia mano,
con l'obolo,
ha sfiorato quella di un mendico,
mi sono vergognato.
Ogni volta che i miei occhi
hanno incrociato quelli,
terrorizzati, di chi ha perso tutto,
mi sono vergognato.
Ogni volta che le mie orecchie
hanno sentito i lamenti strazianti dei feriti,
mi sono vergognato.
Ogni volta che il mio cuore
ha trepidato per le sofferenze delle persone
malate, abbandonate, seviziate, moribonde,
mi sono vergognato.
Ogni volta che la mia mente
ha percepito l'indifferenza
e l'egoismo di chi ha tutto,
mi sono vergognato.
Cosa ho fatto io... per meritarmi
tanta fortuna, mio Signore?
A. Marcucci Pinoli
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PREGHIERA FINALE
Sia fatta la Tua
volontà e... grazie!
Perchè ho vissuto una vita stupenda!
Senza che Te lo chiedessi
Tu mi hai fatto gli occhi per vedere
le meraviglie della natura e dell'uomo.
Senza che Te lo chiedessi
Tu mi hai regalato la possibilità di ascoltare
la dolce musica degli uomini e della natura.
Senza che Te lo chiedessi
Tu mi hai dato la fortuna
di potere camminare per il mondo.
Senza che Te lo chiedessi
Tu mi hai riempito di regali magnifici
e inimmaginabili.
E, soprattutto, Tu mi hai riempito di amore
per tutto e tutti.
Proprio senza che Te lo chiedessi
Tu mi hai regalato questa vita stupenda!
Così, Signore, Ti Offro questi miei ultimi
dolori e,
con grande fiducia e un pò di curiosità,
Ti dico:
"Fiat voluntas Tua et amen!"
A.
Marcucci Pinoli
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Da “DULCIS
VIVAS” (primo
libro di poesie di Nani di Valfesina - Ed. Paìgnion) : |
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Nella gabbia
dell’aquila
entrano ed escono le mosche.
Il vento
piega
il filo d’erba
un po’
e un po’
un maggiolino
aggrappato.
A. Marcucci
Pinoli
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Il commento
di Carlo Bo:
“Non immaginavo che un uomo come Alessandro Marcucci Pinoli,
così impegnato in imprese e iniziative private e pubbliche,
potesse trovare il tempo per guardare il mondo da certi angoli
segreti e quindi lasciare sempre una porta aperta alla
roulette delle cose e al senso dell’assoluta vanità di tutto”.
Il commento di Vittorio Sgarbi :
“Il conte Alessandro Marcucci Pinoli, detto Nani…la sua
esistenza è fondata sul paradosso: l’amore per le forme…e il
piacere irresistibile per il gioco verbale, fino ai limiti del
non-sense”.
Il Commento di Silvia Cuppini:
“…in questo libro si possono assaporare, come in un filtro
magico ben riuscito, gocce di saggezza, software di un
programma di vita, e distillate liriche, voci impudiche del
cuore...”.
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Da “DULCIS
AMICE” (Secondo libro di poesie di Nani di Valfesina - Ed.
Paìgnion): |
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Emozioni o sensazioni?
No, sentimenti. |
Un paesino bello come
un presepio
che sembra un vero paesino.
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Era così bella la luna
ed il nostro amore, prima.
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Specchio d'acqua
cristallina
tela di ragno
anfora di cristallo
tra vasi di ferro;
flebile, fugace
è il mio ricordo. |
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Che
sia il primo banco, la culla.
Impareremo da soli a piangere
e a ridere.
Facile sarà camminare e parlare.
Ad ascoltare insegnaci, o madre,
e a saper morire.
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Resto solo al
buio,
quando ti addormenti.
E prego, per non piangere
Sopra la profumata rosa
c'era una goccia di rugiada
e l'ape operosa.
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Bella
e leggera
sfioravi la mia vita
come ora
infiori i miei ricordi.
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Ricordi
lontani
e parole sparse
in questi brevi versi.
Che tu possa,
amor mio,
vivere i tuoi sogni.
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Il
commento di Italo Mariotti:
“…Dalla scontentezza, che è suscitata dai tanti aspetti
negativi che la vita presenta intorno a noi, nascono
l’allegria e il sarcasmo…”
Il
commento di Alberto Zedda:
“La poesia è materia rara e preziosa…Nani ti fa ritrovare
quei tesori, evocati affettuosamente, senza spocchia, senza
iattanza,traducendo in sintesi di poesia l’urgenza generosa di
aprirsi al prossimo. Attraverso i suoi versi si rivivono
emozioni cancellate da frettolosità e distrazione e si
ridisegna la scala dei valori…”
Il
terzo libro, “VIVI DOLCEMENTE”, è uscito in dicembre
2001, nella prestigiosa collana “Vaghe stelle dell’orsa”, della
“Salerno Editrice”, a nome Alessandro Marcucci Pinoli,
con presentazione di Eugenio Ragni.
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Da “Vivi dolcemente”, della Collana “Vaghe stelle dell’orsa”
della Salerno Editrice srl: |
I RITRATTI |
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Quando, spento
l’ultimo lampadario,
il buio avvolgente ridona al salone
il ritmo giornaliero
e tutto perde contorno e identità,
mi sembra di vedervi più veri,
vivi,
e sento un’impossibile mormorio.
Rivedo voi e gli affreschi del soffitto
con gli occhi della memoria
ed insieme con voi ricordo
le prosperose Dee
che esaltano le glorie degli antichi avi comuni.
Quante volte,bambini,abbiamo ascoltato
le compiaciute spiegazioni
dei genitori di turno :
“Guardate…sappiate…vi sia d’esempio”.
Stesse parole,di generazione in generazione,
perché le antiche glorie
non perdano significato e valore.
E’ questo il compiaciuto mormorio
che amo ascoltare,
che fa rivivere questo salone
di antenati, di storie e di ricordi.
E voi che verrete, non lasciate che,
del passato, resti solo un freddo ricordo,
senz’anima, senza sentimenti, senza
mormorii.
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I ritratti, ordinati e in
successione
in una millenaria staffetta
dove il testimone fu la vita.
I tuoi capelli al vento,
il tuo sorriso distaccato,
l’arricciare il naso,
rivedo.
Le tue parole,
strane e dolci,
sussurrate,
risento.
Ma tacqui.
E tu, non saprai mai
quanto ti abbia amato.
Tu giochi con le conchiglie
ed io con le parole,
passatempi inutili ma belli.
Tu balbetti strane parole
ed io brevi versi.
Chi potrà capirci?
Vola anche per me,
ridi anche per me,
continua a vivere,
anche per me.
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Scoppia
irresistibile un’emozione,
la gioia ed il timore.
Poi l’agognato incontro,
le prime parole, sommesse, vane,
e l’inebriarsi nell’ascoltar la voce
nuova e soave.
Manca il verbo che esprima
molto di più che l’amare.
Non dico il nome tuo,
ch’è il mio ricordo,
anche perché ciascun
possa pensare al suo.
Muti ritratti
con tante storie alle spalle.
Risento le voci
di chi ho conosciuto,
ma vi guardo tutti,
sperando di esser visto.
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OMBRE
Vi ho riviste
- sapete -
nei muri e nel soffitto
della mia cameretta
dove dormivo bambino.
Al mattino,
quando mi svegliavo,
eravate lì, pronte, ad attendermi.
E mi tenevate compagnia,
al pomeriggio,
quando non riuscivo a dormire.
Ho richiuso le persiane,
oggi,
dopo tanti anni,
dopo tanti viaggi
in giro per il mondo…
Quante cose sono cambiate
- sapeste! -
qui, in me, ovunque.
Eppure, voi siete sempre
uguali :
rivedo gli stessi animali,
le medesime piante…i fantasmi!
Non ci
sono più gli odori
di amido e di lavanda della biancheria,
le care, amate voci
di allora,
e il profumo…della fanciullezza.
Eppure, guardandovi,
rivedo ogni cosa…perfino i sogni.
E risento tutto:
“Nani, Nani, coraggio, alzati,
fai tardi a scuola…”
oppure: “ricorda che il letto è una rosa,
chi non dorme, si riposa!”
Vero:
le ombre, come i ricordi,
forse si allungano.
Ma non invecchiano.
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All’improvviso
i ricordi di quei giorni
i ricordi di quei luoghi.
I luoghi dei ricordi.
L’onda s’infrange
sugli scogli,
ma accarezza il bagnasciuga.
Amo chi ama
come disprezzo chi odia.
Ricordi quell’alba
così lunga
di quel giorno
tanto corto?
Tra queste antiche mura
e le basse case
con le porte aperte
nelle strade strette
come corridoi,
con di sughi, di vino,
di muffa gli odori,
con gli usati rumori
del battuto e del mortaio,
tra bambini liberi e felici,
vecchi ancora ascoltati,
pulita e sincera, rivedo te,
ti odo e di nuovo
gioisco come allora.
Girare nelle avite dimore
che videro gioie e dolori
di nonni e bisnonni.
Ora è il mio turno,
ancora per poco.
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Quarto
Libro, "Dulcis Imago" è uscito nel Maggio 2002, con la "Paignion"
Editore (Prefazione e Postfazione di Silvia Cuppini), da cui: |
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Vorrei essere un ritrattista,
maestro della penna, però;
non del pennello; virtuoso
nei giochi di parole, nei
doppi sensi, nelle metafore
e nelle similitudini, più che
nei chiaroscuri o nei giochi
dei colori e delle ombre.
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Più
che volti e paesaggi,
nature morte e figure astratte,
vorrei ritrarre i pensieri,
i desideri, i sentimenti,
le sensazioni e le emozioni.
...il pittore delle
anime!...
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Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di
Valfesina
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Premio Nazionale di Poesia "Giuseppe Jovine" (2001-2002)
Conferito dall'unione nazionale degli scrittori (UNS).
Motivazione della menzione speciale Sezione poesia in lingua
italiana
a Nani di Valfesina, Dulcis vivas (Dicembre 2000)
Firmata dal presidente della giuria, il noto scrittore romanziere
Stanislao Nievo.
"La poesia di Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina
(in arte Nani di Valfesina) si sviluppa in un crescendo di chiavi
espressive, dove la leggerezza, l'ironia, le assonanze ritmiche e
i giochi verbali sono al servizio di un'indagine esistenziale
quanto mai attenta alle profondità della vita.
Il sentimento della bellezza è il maturo complemento di una
sensibilità etica che intravede un segreto finalismo anche nella
vicenda delle umane debolezze. Delle quali la poesia costituisce
un soave, umanissimo lenimento."
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Da "DULCIS LUDUS" et "DULCIS IN FUNDO"
(quinto e sesto libro di poesie - uniti in uno! - di Nani di
Valfesina - Ed. Paignion - Nov. 2002): |
Come un clown
vorrei
far ridere,
come un giocoliere
vorrei piacere
come un poeta
vorrei far pensare.
Come tra le lenti
di un microscopio
o di un telescopio
s'ingrandisce in me
ad ogni sguardo
l'amore mio per te.
Siamo gocce
negli oceani,
granelli di sabbia
dei deserti,
fotogrammi fugaci,
attimi di vita.
Si muore una volta sola
ma quante volte si vive
quella morte!
A cosa ci serve
tanta esperienza,
tanta saggezza,
se nessuno ci ascolta?
Urgono nipotini
ai nonni e tanti
lettori ai poeti!
Il mio sacro Graal
lo cerco nelle persone.
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"Ormai sull'amore è stato
scritto di tutto."
Macchè!
Neanche un quarto.
Gli altri tre quarti li dedicherò a te.
Ma in gran segreto.
Amo tutti e tutto
e ciò che più amo
è, di certo, amare.
Il Segnalibro
si avvicina sempre più
alla fine del mio "opuscolo".
Di tanto in tanto amo
ricordare le pagine precedenti.
Formiche nere e formiche
rosse
sempre formiche sono.
Forse non sono il peggiore,
visto che spesso...
mi vergogno da solo!
Oltre i falò e le ceneri
ci sono le braci,
spesso coperte, come
questo mio amore,
come Te, amor mio.
Fuoco duraturo.
Sogni, speranze, progetti...
quante volte, mio Signore
ho dovuto aggiustare il tiro!
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TESTAMENTO
No, no... amato Foscolo,
"a egregie cose
il forte animo accendono"
i pensieri e le opere dei forti,
non le urne!
Non fiori, per favore, non lacrime,
né bara, né tomba... per me.
Piramidi e sarcofagi
a che giovarono?
Per ricordare un nome?
E le vitree immaginette fotografiche
o i freddi ritratti marmorei
dovrebbero far ricordare vecchi volti,
passate sembianze?
Per quanto tempo? E a chi?
No, miei cari!
Né pietà, né tristezza.
Se volete ricordarmi,
ricordatemi vivo, pensante.
Dimenticate il mio corpo,
ripensate alle mie opere
e leggete i miei versi...
rivivete, con me, le mie impressioni,
le mie sensazioni, i miei sentimenti,
il mio amore per tutto e tutti.
Continuate a dare voce
a queste mie parole,
altrimenti mute,
come in un duraturo, eterno dialogo
tra le nostre anime immortali
- Omero, come Te, è ancora vivo in noi-
che il buon Dio ci lascia,
in attesa della resurrezione dei corpi.
A. Marcucci
Pinoli
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ALTRI GIUDIZI CARI ALL'AUTORE |
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Eugenio Ragni:
dalla sua presentazione:
«
Io scrivo Non di passioni [...] Ma di sensazioni», enuncia
espressamente l'autore: e la struttura del libro rispecchia
l'enunciato, configurata com'è per frammenti, lampi di
memoria, fervori emotivi, risentimenti civili, la cui
compressa intensità riesce a effondersi nel bianco della
pagina, stabilendo valenze e congiunzioni che, saldando le
diverse tessere, assemblano l'autoritratto estroverso di un
uomo dalle affettività immediate, dagli impeti ponderati ma
non per questo affievoliti, che ha caro abitare la sfera
personale ma non l'imbozzolarsi nel morbido, privilegiato
alvo che essa ofre a chi fugge l'esterno.
Mariano L. Bianca: "...Ci sono nei
(suoi) versi la melanconia dell'esistenza che scorre, la gioia
della natura...i soffusi angoli dei ricordi e qualche
spiraglio per i futuri rimpianti. L'animo umano fluttua di
verso in verso, corre via fugacemente in cerca di se stesso, e
forse lascia l'impronta della parola segnata sulla carta, a
ricordo di quello che è stato vissuto".
Magè Avanzini Bertani: "... le tue
poesie hanno il respiro della vita, spesso commuovono."
Gianfranco Mariotti: "Quando leggerezza
e profondità si incontrano, "qualcosa" accade: bravo Nani!".
Mario Luzi: "Ha una vena poetica
autentica e veritiera".
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Opere intitolate: "11 Settembre" |
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Opere intitolate: "La guerra tra lettere e numeri" |
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PRESAGIO
E sempre più vedo
lotte, guerre
fra lettere e numeri,
parole e cifre,
poesie e conti,
essere e avere...
Dio e soldi.
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Opera intitolata: "Autoritratto"
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Alessandro di Valfesina
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Federico di Montefeltro
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Un divertente scambio di parti fra
Conte e Duca...
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...Perché "L'abito non fa il monaco"!
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Per
le festività natalizie del 2003/04 è uscito il
libro "4 FAVOLE PER NONNI" (L'invisibile, con
morale visibile) con due tempere in copertina
della mia nipotina Paola Lucia
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NÈ CUORI
Nè cuori trafitti nelle cortecce,
nè iniziali intrecciate sulla sabbia,
nè languidi sguardi e parole sdolcinate;
ma reciproca stima, tenaci sacrifici
e impegno costante per ideali e cause comuni
è stato il nostro amore profondo e duraturo.
E se nei crepuscoli invernali,
vedrete due alberi spogli, contorti, intrecciati,
ormai secchi,
ricordate che diedero
fiori e frutti e semi perenni.
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CINQUANT'ANNI DOPO
Cinquant' anni dopo Fummo amici da piccoli.
Grandi, veri amici. L'infanzia insieme,
con le lucertole, i grilli, le cicale, le
lucciole.
Le lucciole!
I prati fioriti,
i campi di grano,
di papaveri, i pitosfori, la lavanda, i
lupini.
I lupini!
Tutto ricordo, risento gli odori, i sapori e
le voci.
Ma poi
strade diverse, per annl.
Ed ora, finalmente, ci siamo rivisti.
Vi ho ascoltato:
lo / Rolex, Io/ Rolls Royce Io / Hermés, Io /
Chanel
Così, sopra pensiero, ho sussurrato:
" ho visto le lucciole ieri sera! "
E loro, ridendo,
stupiti,
mi hanno risposto:
" le lucciole? "
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