OPERE

POESIE

VORREI VOLARE

Vorrei volare
pur senz’ali
in albe continue
di freddi
giorni invernali
ed attraversato
il mare del silenzio
posarmi nell’arena
per lasciare
la mia orma
prima del precoce
tramonto
segno della mia
presenza terrena
assurdo banale
umano desiderio.

A. Marcucci Pinoli

(La poesia che segue è stata anche recitata il 24 marzo 2002,
Domenica delle Palme, durante l’Angelus di Sua Santità,
ricordando l’11 Settembre, in Mondovisione – RAI 1).

L’OBOLO

Quante sofferenze ed ingiustizie
nel mondo, mio Signore!
Ogni volta che la mia mano,
con l’obolo,
ha sfiorato quella di un mendico,
mi sono vergognato.
Ogni volta che i miei occhi
hanno incrociato quelli,
terrorizzati, di chi ha perso tutto,
mi sono vergognato.
Ogni volta che le mie orecchie
hanno sentito i lamenti strazianti dei feriti,
mi sono vergognato.
Ogni volta che il mio cuore
ha trepidato per le sofferenze delle persone
malate, abbandonate, seviziate, moribonde,
mi sono vergognato.
Ogni volta che la mia mente
ha percepito l’indifferenza
e l’egoismo di chi ha tutto,
mi sono vergognato.
Cosa ho fatto io… per meritarmi
tanta fortuna, mio Signore?

A. Marcucci Pinoli

(La poesia che segue è stata recitata nella Domenica delle Palme
del 2003, sempre durante l’Angelus di sua Santità,
in Mondovisione – RAI 1.)

PREGHIERA FINALE

Sia fatta la Tua volontà e… grazie!
Perchè ho vissuto una vita stupenda!
Senza che Te lo chiedessi
Tu mi hai fatto gli occhi per vedere
le meraviglie della natura e dell’uomo.
Senza che Te lo chiedessi
Tu mi hai regalato la possibilità di ascoltare
la dolce musica degli uomini e della natura.
Senza che Te lo chiedessi
Tu mi hai dato la fortuna
di potere camminare per il mondo.
Senza che Te lo chiedessi
Tu mi hai riempito di regali magnifici
e inimmaginabili.
E, soprattutto, Tu mi hai riempito di amore
per tutto e tutti.
Proprio senza che Te lo chiedessi
Tu mi hai regalato questa vita stupenda!
Così, Signore, Ti Offro questi miei ultimi
dolori e,
con grande fiducia e un pò di curiosità,
Ti dico:
“Fiat voluntas Tua et amen!”

A. Marcucci Pinoli

Da “DULCIS VIVAS” (primo libro di poesie di Nani di Valfesina – Ed. Paìgnion):

Nella gabbia dell’aquila
entrano ed escono le mosche.

Il vento piega
il filo d’erba
un po’
e un po’
un maggiolino
aggrappato.

A. Marcucci Pinoli

l commento di Carlo Bo:
“Non immaginavo che un uomo come Alessandro Marcucci Pinoli, così impegnato in imprese e iniziative private e pubbliche, potesse trovare il tempo per guardare il mondo da certi angoli segreti e quindi lasciare sempre una porta aperta alla roulette delle cose e al senso dell’assoluta vanità di tutto”.

Il commento di Vittorio Sgarbi :
“Il conte Alessandro Marcucci Pinoli, detto Nani…la sua esistenza è fondata sul paradosso: l’amore per le forme…e il piacere irresistibile per il gioco verbale, fino ai limiti del non-sense”.

Il Commento di Silvia Cuppini:
“…in questo libro si possono assaporare, come in un filtro magico ben riuscito, gocce di saggezza, software di un programma di vita, e distillate liriche, voci impudiche del cuore…”.

Da “DULCIS AMICE” (Secondo libro di poesie di Nani di Valfesina – Ed. Paìgnion):
 
Emozioni o sensazioni?
No, sentimenti.
Un paesino bello come un presepio
che sembra un vero paesino.
Era così bella la luna
ed il nostro amore, prima.
Specchio d’acqua cristallina
tela di ragno
anfora di cristallo
tra vasi di ferro;
flebile, fugace
è il mio ricordo.
Che sia il primo banco, la culla.
Impareremo da soli a piangere
e a ridere.
Facile sarà camminare e parlare.
Ad ascoltare insegnaci, o madre,
e a saper morire.
Resto solo al buio,
quando ti addormenti.
E prego, per non piangere

 


Sopra la profumata rosa
c’era una goccia di rugiada
e l’ape operosa.

Bella e leggera
sfioravi la mia vita
come ora
infiori i miei ricordi.

Ricordi lontani
e parole sparse
in questi brevi versi.


Che tu possa,
amor mio,
vivere i tuoi sogni.

Il commento di Italo Mariotti:
“…Dalla scontentezza, che è suscitata dai tanti aspetti negativi che la vita presenta intorno a noi, nascono l’allegria e il sarcasmo…”

 

Il commento di Alberto Zedda:
“La poesia è materia rara e preziosa…Nani ti fa ritrovare quei tesori, evocati affettuosamente, senza spocchia, senza iattanza, traducendo in sintesi di poesia l’urgenza generosa di aprirsi al prossimo. Attraverso i suoi versi si rivivono emozioni cancellate da frettolosità e distrazione e si ridisegna la scala dei valori…”

Il terzo libro, “VIVI DOLCEMENTE”, è uscito in dicembre 2001, nella prestigiosa collana “Vaghe stelle dell’orsa”, della “Salerno Editrice”, a nome Alessandro Marcucci Pinoli, con presentazione di Eugenio Ragni.

Da “Vivi dolcemente”, della Collana “Vaghe stelle dell’orsa” della Salerno Editrice srl:

I RITRATTI
Quando, spento l’ultimo lampadario,
il buio avvolgente ridona al salone
il ritmo giornaliero
e tutto perde contorno e identità,
mi sembra di vedervi più veri,
vivi,
e sento un’impossibile mormorio.
Rivedo voi e gli affreschi del soffitto
con gli occhi della memoria
ed insieme con voi ricordo
le prosperose Dee
che esaltano le glorie degli antichi avi comuni.
Quante volte,bambini,abbiamo ascoltato
le compiaciute spiegazioni
dei genitori di turno :
“Guardate…sappiate…vi sia d’esempio”.
Stesse parole,di generazione in generazione,
perché le antiche glorie
non perdano significato e valore.
E’ questo il compiaciuto mormorio
che amo ascoltare,
che fa rivivere questo salone
di antenati, di storie e di ricordi.
E voi che verrete, non lasciate che,
del passato, resti solo un freddo ricordo,
senz’anima, senza sentimenti, senza
mormorii.

I ritratti, ordinati e in successione
in una millenaria staffetta
dove il testimone fu la vita.


I tuoi capelli al vento,
il tuo sorriso distaccato,
l’arricciare il naso,
rivedo.
Le tue parole,
strane e dolci,
sussurrate,
risento.
Ma tacqui.
E tu, non saprai mai
quanto ti abbia amato.


Tu giochi con le conchiglie
ed io con le parole,
passatempi inutili ma belli.


Tu balbetti strane parole
ed io brevi versi.
Chi potrà capirci?


Vola anche per me,
ridi anche per me,
continua a vivere,
anche per me.

Scoppia irresistibile un’emozione,
la gioia ed il timore.
Poi l’agognato incontro,
le prime parole, sommesse, vane,
e l’inebriarsi nell’ascoltar la voce
nuova e soave.
Manca il verbo che esprima
molto di più che l’amare.
Non dico il nome tuo,
ch’è il mio ricordo,
anche perché ciascun
possa pensare al suo.

 

Muti ritratti
con tante storie alle spalle.
Risento le voci
di chi ho conosciuto,
ma vi guardo tutti,
sperando di esser visto.

 
 


OMBRE


Vi ho riviste
– sapete –
nei muri e nel soffitto
della mia cameretta
dove dormivo bambino.

Al mattino,
quando mi svegliavo,
eravate lì, pronte, ad attendermi.

E mi tenevate compagnia,
al pomeriggio,
quando non riuscivo a dormire.

Ho richiuso le persiane,
oggi,
dopo tanti anni,
dopo tanti viaggi
in giro per il mondo…

Quante cose sono cambiate
– sapeste! –
qui, in me, ovunque.

Eppure, voi siete sempre uguali :
rivedo gli stessi animali,
le medesime piante…i fantasmi!

Non ci sono più gli odori
di amido e di lavanda della biancheria,
le care, amate voci
di allora,
e il profumo…della fanciullezza.

Eppure, guardandovi,
rivedo ogni cosa…perfino i sogni.
E risento tutto:
“Nani, Nani, coraggio, alzati,
fai tardi a scuola…”
oppure: “ricorda che il letto è una rosa,
chi non dorme, si riposa!”

Vero:
le ombre, come i ricordi,
forse si allungano.
Ma non invecchiano.

 


All’improvviso
i ricordi di quei giorni
i ricordi di quei luoghi.
I luoghi dei ricordi.


L’onda s’infrange
sugli scogli,
ma accarezza il bagnasciuga.
Amo chi ama
come disprezzo chi odia.


Ricordi quell’alba
così lunga
di quel giorno
tanto corto?


Tra queste antiche mura
e le basse case
con le porte aperte
nelle strade strette
come corridoi,
con di sughi, di vino,
di muffa gli odori,
con gli usati rumori
del battuto e del mortaio,
tra bambini liberi e felici,
vecchi ancora ascoltati,
pulita e sincera, rivedo te,
ti odo e di nuovo
gioisco come allora.


Girare nelle avite dimore
che videro gioie e dolori
di nonni e bisnonni.
Ora è il mio turno,
ancora per poco.

 Quarto Libro, “Dulcis Imago” è uscito nel Maggio 2002, con la “Paignion” Editore (Prefazione e Postfazione di Silvia Cuppini), da cui:


Vorrei essere un ritrattista,
maestro della penna, però;
non del pennello; virtuoso
nei giochi di parole, nei
doppi sensi, nelle metafore
e nelle similitudini, più che
nei chiaroscuri o nei giochi
dei colori e delle ombre.

Più che volti e paesaggi,
nature morte e figure astratte,
vorrei ritrarre i pensieri,
i desideri, i sentimenti,
le sensazioni e le emozioni.
…il pittore delle anime!…
Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina
 


Premio Nazionale di Poesia “Giuseppe Jovine” (2001-2002)
Conferito dall’unione nazionale degli scrittori (UNS).

Motivazione della menzione speciale Sezione poesia in lingua italiana
a Nani di Valfesina, Dulcis vivas (Dicembre 2000)
Firmata dal presidente della giuria, il noto scrittore romanziere Stanislao Nievo.

“La poesia di Alessandro-Ferruccio Marcucci Pinoli di Valfesina (in arte Nani di Valfesina) si sviluppa in un crescendo di chiavi espressive, dove la leggerezza, l’ironia, le assonanze ritmiche e i giochi verbali sono al servizio di un’indagine esistenziale quanto mai attenta alle profondità della vita.
Il sentimento della bellezza è il maturo complemento di una sensibilità etica che intravede un segreto finalismo anche nella vicenda delle umane debolezze. Delle quali la poesia costituisce un soave, umanissimo lenimento.”

 


Da “DULCIS LUDUS” et “DULCIS IN FUNDO”

(quinto e sesto libro di poesie – uniti in uno! – di Nani di Valfesina – Ed. Paignion – Nov. 2002):


Come un clown
vo
rrei far ridere,
come un giocoliere
vorrei piacere
come un poeta
vorrei far pensare.

Come tra le lenti
di un microscopio
o di un telescopio
s’ingrandisce in me
ad ogni sguardo
l’amore mio per te.


Siamo gocce
negli oceani,
granelli di sabbia
dei deserti,
fotogrammi fugaci,
attimi di vita.


Si muore una volta sola
ma quante volte si vive
quella morte!


A cosa ci serve
tanta esperienza,
tanta saggezza,
se nessuno ci ascolta?
Urgono nipotini
ai nonni e tanti
lettori ai poeti!


Il mio sacro Graal
lo cerco nelle persone.


“Ormai sull’amore è stato scritto di tutto.”
Macchè!
Neanche un quarto.
Gli altri tre quarti li dedicherò a te.
Ma in gran segreto.


Amo tutti e tutto
e ciò che più amo
è, di certo, amare.


Il Segnalibro
si avvicina sempre più
alla fine del mio “opuscolo”.
Di tanto in tanto amo
ricordare le pagine precedenti.


Formiche nere e formiche
rosse
sempre formiche sono.


Forse non sono il peggiore,
visto che spesso…
mi vergogno da solo!


Oltre i falò e le ceneri
ci sono le braci,
spesso coperte, come
questo mio amore,
come Te, amor mio.
Fuoco duraturo.


Sogni, speranze, progetti…
quante volte, mio Signore
ho dovuto aggiustare il tiro!

 


TESTAMENTO

No, no… amato Foscolo,
“a egregie cose
il forte animo accendono”
i pensieri e le opere dei forti,
non le urne!
Non fiori, per favore, non lacrime,
né bara, né tomba… per me.
Piramidi e sarcofagi
a che giovarono?
Per ricordare un nome?
E le vitree immaginette fotografiche
o i freddi ritratti marmorei
dovrebbero far ricordare vecchi volti,
passate sembianze?
Per quanto tempo? E a chi?
No, miei cari!
Né pietà, né tristezza.
Se volete ricordarmi,
ricordatemi vivo, pensante.
Dimenticate il mio corpo,
ripensate alle mie opere
e leggete i miei versi…
rivivete, con me, le mie impressioni,
le mie sensazioni, i miei sentimenti,
il mio amore per tutto e tutti.
Continuate a dare voce
a queste mie parole,
altrimenti mute,
come in un duraturo, eterno dialogo
tra le nostre anime immortali
– Omero, come Te, è ancora vivo in noi-
che il buon Dio ci lascia,
in attesa della resurrezione dei corpi.

A. Marcucci Pinoli

 


ALTRI GIUDIZI CARI ALL’AUTORE

    Eugenio Ragni: dalla sua presentazione:
« Io scrivo Non di passioni […] Ma di sensazioni», enuncia espressamente l’autore: e la struttura del libro rispecchia l’enunciato, configurata com’è per frammenti, lampi di memoria, fervori emotivi, risentimenti civili, la cui compressa intensità riesce a effondersi nel bianco della pagina, stabilendo valenze e congiunzioni che, saldando le diverse tessere, assemblano l’autoritratto estroverso di un uomo dalle affettività immediate, dagli impeti ponderati ma non per questo affievoliti, che ha caro abitare la sfera personale ma non l’imbozzolarsi nel morbido, privilegiato alvo che essa ofre a chi fugge l’esterno.

    Mariano L. Bianca: “…Ci sono nei (suoi) versi la melanconia dell’esistenza che scorre, la gioia della natura…i soffusi angoli dei ricordi e qualche spiraglio per i futuri rimpianti. L’animo umano fluttua di verso in verso, corre via fugacemente in cerca di se stesso, e forse lascia l’impronta della parola segnata sulla carta, a ricordo di quello che è stato vissuto”.

    Magè Avanzini Bertani: “… le tue poesie hanno il respiro della vita, spesso commuovono.”

    Gianfranco Mariotti: “Quando leggerezza e profondità si incontrano, “qualcosa” accade: bravo Nani!”.

    Mario Luzi: “Ha una vena poetica autentica e veritiera”.

Massimo Cacciari: “L’amico Marcucci Pinoli insegue la sua timida Musa, che l’aiuta a sopportare “la corsa del tempo”, a dipingere gli incanti che ancora sa provare per le piccole e belle cose della vita. E’ da invidiare davvero chi a settant’anni ha saputo mantenere il suo sguardo così semplice e schietto ! Auguri, caro Alessandro !”

 

NÈ CUORI


Nè cuori trafitti nelle cortecce,
nè iniziali intrecciate sulla sabbia,
nè languidi sguardi e parole sdolcinate;
ma reciproca stima, tenaci sacrifici
e impegno costante per ideali e cause comuni
è stato il nostro amore profondo e duraturo.
E se nei crepuscoli invernali,
vedrete due alberi spogli, contorti, intrecciati,
ormai secchi,
ricordate che diedero
fiori e frutti e semi perenni.

QUANDO SARÒ MORTO.

—-

Quando sarò morto

non approfittatene,

non mi fate dire cose

che non ho mai detto

ne’ pensato.

Quando sarò morto

non finirà nulla con me,

perché il sole continuerà

a sorgere e tramontare,

la terra a girare…

Quando saro’ morto però

le mie idee e opere,

perfino se sconosciute ai più,

resteranno e non svaniranno con me.

Magari per poco, ma resteranno

insieme a Voi… e nella Vostra memoria.

Perché morirò definitivamente solo

quando morirà l’ultimo di Voi,

che mi avete conosciuto,

e di chi ricordera’ i miei versi.

 

CINQUANT’ANNI DOPO

Cinquant’ anni dopo Fummo amici da piccoli.
Grandi, veri amici. L’infanzia insieme,
con le lucertole, i grilli, le cicale, le lucciole.
Le lucciole!
I prati fioriti,
i campi di grano,
di papaveri, i pitosfori, la lavanda, i lupini.
I lupini!
Tutto ricordo, risento gli odori, i sapori e le voci.
Ma poi
strade diverse, per annl.
Ed ora, finalmente, ci siamo rivisti.
Vi ho ascoltato:
lo / Rolex, Io/ Rolls Royce Io / Hermés, Io / Chanel
Così, sopra pensiero, ho sussurrato:
” ho visto le lucciole ieri sera! “
E loro, ridendo,
stupiti,
mi hanno risposto:
” le lucciole?

LA MIA MEMORIA E’ COME PIETRA

La mia memoria è come pietra,
nella quale ho scolpito solo
i giorni più belli della nostra vita:
come quando ti ho vista la prima volta
come quando ci giurammo eterno amore.
La mia mente è come argilla,
con la quale ho modellato
insieme a te, giorno per giorno,
la mia vita con te e per te.
E Tu sei come una visione e un sogno
che si sono concretizzati a poco a poco
in questo istante di quarantacinque anni.

LE POESIE

Le Poesie, le Musiche e le Opere d’Arte
Sono pietre preziose
Dell’uomo per l’uomo.

E i Poeti, i Musicisti e gli Artisti
Sono minatori delle anime per le anime.

AI MIEI FIGLI

 

Ai miei figli,
perché possano continuare a vedere

anche con i miei occhi,
ad ascoltare anche con le mie orecchie,
ad amare anche con il mio cuore,
a parlare e sognare, con me,
anche quando non ci sarò più.

A MIA MOGLIE…

 

Grazie per farmi
prolungare i miei
sogni
ad ogni risveglio !!!

4 novembre 1988

Coprite i miei occhi

come la mia anima

e non possa vederti.

Che mi resti di te

solo il ricordo

della tua bellezza

e della tua gioia di vivere.

Ho lasciato le mani materne

E mi sono precipitato,

di gran corsa,

fino a qui.

Senza mai fermarmi,

senza mai girarmi.

Mamma, se puoi,

riprendimi per mano,

riprendi questa mano

vecchia e insicura.

… Con gli anni si accumulano i ricordi…

e finiscono per essere troppi da sopportare…

tanto da sovrastare il presente

e nascondere il futuro.

ONDE.

Le onde non finiscono

e per ognuna che muore

un’ altra si fa avanti…

 

Calda e salata scendea nel viso…

mentre bambina ti vedea già nonna

come colei che immaginavo 

bambina.

No… non temere…

Tu sarai l’ unica

rosa che non sfiorirà mai…

Vedere l’ impossibile…

rivivere vecchi sogni…

sfiorare di nuovo speranze passate…

 

 


GRAZIE PAPA’

Con l’esempio

mi hai insegnato

l’onestà, l’onore,

la dignità e l’ottimismo,

mi hai donato

la fede in Dio,

la gioia di vivere

e la fiducia in me stesso.

Poi, senza testamenti,

mi hai lasciato

il patrimonio più grande :

l’amore per tutto e tutti.

Come le ali

per gli uccelli,

le pinne per i pesci

e le gambe

per gli animali della savana, mi è indispensabile

questa mia testa strana.

Come le braci
conserva il calore
del Tuo amore
per quando il fuoco
dell’innamoramento
si sara’ spento.

Meriteresti un monumento

e un piedistallo così alti…

che poi non potrei più

guardarTi negli occhi…

Ecco perché preferisco tenerTi qui…

vicino al cuore !

AUTORITRATTO

Intransigente, orgoglioso,

porto questo mio carattere

come un fardello.

Quando impera il compromesso

e diffuso è il tornaconto

sono disgrazie la dignità,

l’ onore, l’ amor proprio.

Invidio gli accomodanti,

che si compiacciono delle

apparenze e delle falsità

e non temono la severa autocritica

e lo spietato giudizio di se stessi.

Non vedendo il vuoto,

possono guardarsi allo specchio

senza provarne disgusto.

Io, invece, chiedo, pretendo

e resto sempre più solo.

In punta di piedi
sei entrata nella mia vita,
dolcemente
hai accarezzato i miei ricordi
soavemente hai sfiorato
con le tue labbra
i miei sogni,
fortemente hai stretto
la mia vita, sostenendomi
E giorno dopo giorno 
mi hai accompagnato fino a qui.
Ora ci avviciniamo 
insieme
all’ultimo traguardo 
dopo averne superati tanti.
Sarà dolce, con te, 
anche questa prova.

Come goccia nell’oceano
della vita è l’anima mia.
Ma quando muore una goccia ?
Quando corre tra le sue simili
dal torrente al fiume ?
Quando arriva al mare ?
Quando evapora nelle nuvole ?
Quando da queste precipita
nell’arida terra ?
E se in questo eterno
tramutare e trasmigrare
rimanessimo sempre noi stessi ?

 

 

 

Ho percorso una strada meravigliosa…

senza asfalto

ma con erba e fiori…

tra palazzi di cristallo

e tante lune al posto dei lampioni…

E bellissimi negozi…

In uno c’ era scritto :

QUI SI REALIZZANO I SOGNI.

In un altro :

QUI SI RIVIVONO I RICORDI…

In un altro ancora

offrivano ALLEGRIA !

C’ era poi l’ emporio della FELICITÀ

e perfino gli studi specialistici

per restare giovani o togliersi gli anni…

E… per fortuna…

c’ eri anche Tu !!!

(Ma poi ha suonato la sveglia.)